martedì 25 novembre 2008

La rana dalla bocca larga

Un post datato...un pensiero lasciato lì nel periodo in cui ho avuto problemi con internet



Mi sono incazzata come una iena ieri.

Incazzata dentro ovviamente, la buona creanza e il rispetto dei ruoli e delle età mi ha impedito l’esplosione, così invece di un boom di deflagrazione c’è stato un pluf misero e implosivo.

Non sopporto le frecciate e le cattiverie gratuite, le trovo sintomo di un avvelenamento interiore di alto grado. Anche se a volte sono semplicemente il segnale di un poco sviluppato e/o utilizzato cavo di collegamento tra quelli che sono gli impulsi cerebrali continui e non sempre collegati con logica e il cavo orale.

O semplicemente il filtro che si trova in mezzo è a maglie davvero troppo larghe.

E la cosa mi sdegna alquanto. Col tempo io ho aggiunto tanti filtri uno sopra l’altro, ho messo quello dell’educazione, ho messo quello del rispetto, ho messo quello della delicatezza, ho messo anche quello della pietà, così se la mia birbante testolina mi suggerisce qualcosa di inappropriato prima che arrivi alla bocca attraversa i vari strati, e non escono sempre roselline profumate, però quasi!

La mia domanda, a te mio bel foglio word, è questa: questi filtri come si aggiungono? Fanno parte di una dotazione iniziale, come l’intelligenza, la sensibilità, sono doti particolari che non tutti abbiamo? O si tratta di un di più che ci aggiunge la cultura, la lettura, il contatto con gli altri?

Insomma un pensiero del piffero…in una mattinata del piffero.

Buon weekend a tutti.

lunedì 24 novembre 2008

Eppur si muove....

Mammia mia da quanto tempo non curo il mio blog!!! l'ultimo post risale a più di due mesi fa...ma beh....si vede che aveva bisogno di riposare o riordinare le idee, poverino era stressato!
Mentre lui riposava mi stressavo io però! ma noooo...ma dai che non è vero.....in fondo tutta ordinaria amministrazione a parte la settimana tarantina (e limitrofi, ma non solo) e i 3 giorni 3 dedicati al festeggiamento (in ritardo di un mese) dell'anniversario mio e dell'orso Fabrizio.
Ce ne siamo andati fuori...con la scusa del concerto del Vinicio!
beh scusa poi...il concerto è stato a dir poco esaltante, l'associazione Capossela-Teatro, la definirei vincente e forse forse ideale, se riuscissi a togliermi di mente il lago di folla ed il numero spropositato dei presenti in piazza a Carpino quest'estate....ma questa è un'altra storia...
Dunque insomma....tirando le somme....in due mesi non è cambiato granchè....ma di cose da raccontare ne avevo...

lunedì 22 settembre 2008

Vinicio Capossela: Un saluto per Giorgio Bettinelli


19 set 2008, 09.00


Ho incontrato Giorgio Bettinelli nel settembre 2004 al festival della letteratura di Mantova. Era tra il pubblico e aveva ascoltato la presentazione di "Non si muore tutte le mattine". Venne ad esprimere il suo interesse con generosità ed entusiasmo. Aveva questi occhi come fuori di sè, febbricitanti, protesi in avanti, entusiasti ed infebbrati. Era magro come una faina, un fisico minuto. Avrebbe potuto fare il fantino forse, ma era troppo intellettuale per i cavalli, era infatti un fantino a due ruote, fantino dello strumento da viaggio pensante: la Vespa Piaggio. La passeggiata a due ruote. A viaggiare in Vespa si è ben diversi dai centauri. E' uno strumento più amichevole, ispira solidarietà e non si alzano mai davvero i piedi da terra. Giorgio Bettinelli è stato l'unico vero grande viaggiatore che ho mai conosciuto. Veniva la vertigine a constatare attraverso la sua persona quanto mondo c'era al di là di quello generalmente conosciuto. Mentre le mie e nostre stagioni si ripetono e cambiano le canzoni, forse, ma non i luoghi, Bettinelli faceva due giri del mondo. Giri guadagnati chilometro a chilometro. Un Phileas Fogg a due ruote, che nel giro del mondo trovava anche la sua futura sposa, ancora più a oriente delle Indie.. in Cina. Però sempre dandogli un passaggio sulla sua Vespa mongolfiera. O forse era parente di quei grandi velisti solitari come Fogar, che agli abissi avevano sostituito la polvere e lo sterrato.

Una sua leggerezza gli permetteva di prendere la vita sapendo prendere e lasciare. Fermarsi e ripartire. Abbiamo passato alcune sere a Milano, dove era venuto per la casa editrice e per un fratello che ci vive, e fu come un lembo ritagliato di quotidianità.. Per due giorni abbiamo provato il lusso di essere dello stesso quartiere. Dava la vertigine però, pensare a quante migliaia di chilometri ci avrebbero separato dal prossimo incontro. Incontro circolare che mi avrebbe trovato allo stesso punto, ma che necessitava di un suo giro di pianeta. Questo girare era un'elaborazione della sua vocazione alla scrittura. Tutto quel viaggiare non avrebbe avuto senso se non fosse stata materia da rielaborare sulla pagina, perché era la pagina la vera rotta del suo viaggiare. Giorgio è stato prima scrittore che viaggiatore. Le sue "Caramelle di liquirizia " vennero prima della Vespa. E anche le canzoni che aveva scritto e di cui non sapeva bene ancora che fare. Parlando delle nostre vite, mentre io mi affacciavo a mezzo dei suoi racconti a tutti i luoghi, le strade e i paesi che avevo già mancato, Bettinelli veniva colto dal rammarico per tutte le cose che non avrebbe scritto, le canzoni che non avrebbe composto, gli spettacoli che non avrebbero visto la luce, a causa di tutto quel viaggiare. Così almeno da questo ci sentimmo accomunati. Dal fatto che tanto ad andare che a stare fermi c'è sempre qualcosa che manchiamo.. Erano queste, considerazioni di vita, scelte, destini, che rimanevano come cenere alla fine di racconti mirabolanti.

Bettinelli essendo abituato a portarsi poco aveva spazio per tutto, e così trovò il modo di portarsi dietro anche la nostra amicizia. Dava notizie di sé, da laggiù, sul Mekong. Faceva inviti, e si portava con sé parti di noi.

Memorabile fu l'incontro con il mio amico Marco Cervetti, il gigante. Entrambi sapevano parlare il cinese, e Bettinelli portava sette orecchini al lobo, uno per ogni lingua che aveva imparato. Cervetti lesse tutti i suoi libri dopo che fu partito, a voce alta, tenendone viva la voce.

Mi raccontò Bettinelli che per lenire il dolore del primo abbandono che subì da un suo amore, andò immediatamente, e ancora piangendo, in un agenzia di viaggi. Prese il primo viaggio disponibile nel pomeriggio stesso. E ancora con le lacrime agli occhi si ritrovò a finire di piangere nel Borneo. E da lì stette mesi, e poi per caso si procurò una vespa. E così cominciò.

Girò tutta l'Africa e rischiò la vita e perdette la Vespa al contatto con certe popolazioni, presso le quali era proibito entrare senza protezioni. Bettinelli ha attraversato la Siberia prima del gelo, ha posato pneumatici e piedi sul lago Baikal e, da diavolo qual è, è arrivato fino in Tasmania. Ha attraversato tutto il Nordamerica e poi la Patagonia, e tutta la Cina dove si è anche costruito una casa e una famiglia, e poi e poi… l'altra mattina da così lontano, ecco insomma ho appreso che non ci sarà più modo di salutarci. Forse è così che succede con i viaggiatori, o forse così succede a tutti noi. Borges diceva che se in fondo non ci considerassimo immortali non avremmo la forza di salutarci, perché ogni volta potrebbe essere l'ultima, però con un viaggiatore è tutto ancora più lontano, non puoi che rivolgerti al cielo, per fargli un saluto, ed è al cielo che rivolgo le mie lacrime per non potere più salutare, né rivedere gli occhi infebbrati di Giorgio Bettinelli. Così succede con i viaggiatori, se ne vanno e la loro fine resta avvolta nel mistero, poche righe amorevoli provenienti da terre lontanissime. Dicono quelle righe che ora Giorgio è in un altro freddo mondo, così come tutti noi saremo, ma con un viaggiatore la fine si fa più disarmante, perché ci pone più a contatto col mistero del nostro vivere, vederci e sparire. Forse per questo mi pare che l'unico mezzo a cui affidare queste lacrime sia scriverne, come fosse al cielo. Brum brum amico con una chitarra per bagaglio, a tracolla, all'antica.. e che lo spazio non ti manchi, ancora più che il tempo.

Vinicio Capossela

dal diario di un'altra donna

Hai 17 anni, puoi essere chiunque. Puoi sognare qualsiasi cosa. Puoi avere qualsiasi cosa.
Il mondo ti sembra troppo piccolo per accogliere tutti i tuoi sogni e le tue ambizioni.
Nessun problema, nessuna incertezza, hai degli amici simpatici, sempre, ovunque vai, non sei da sola.
Tua madre e tuo padre ti amano perché sei la loro figliola, una brava ragazza, non dai pensieri e sei brava a scuola,una promessa per il futuro, per il tuo e per il loro.
Carina quanto basta per sentirti sempre a posto, mai insicura. Hai chi ti corteggia ma non te ne importa nulla perché punti al mondo intero, perché sei felice, perché non hai bisogno di nessuno e ti vuoi bene.
All’improvviso 17 anni non ce li hai più, è da un po’ che non li hai più, hai voluto fingere di non vedere e di non sentire, ma ora la prepotenza di quel numero scavalca ogni barriera e ti si piazza davanti agli occhi. 31.
Devi per forza interrogarti e hai paura perché qualsiasi sia la domanda la risposta non c’è.
Potevi essere chiunque. Chi sei? Nessuno.
Sognavi tanto. Cosa è diventato realtà? Niente. Nessun sogno hai più oggi.
Potevi avere tutto. Cosa hai? Nulla.
Problemi e incertezze ti soffocano, non hai amici e non li vuoi, sei quasi sempre sola.
Tua madre e tuo padre non ti amano più di quell’amore brillante, ti sopportano, perché sei la loro figliola, un dilemma per il futuro, il tuo ed il loro, una delusione per le aspettative, le tue e le loro, diversa dai tuoi fratelli, perdente in ogni confronto.
Carina?no, il tuo sguardo è triste e spento. Non ti senti mai a posto, non sei mai in ordine. Hai la forte necessità che ti amino, che ti dimostrino affetto perché puoi chiedere solo quello.
Cosa è successo? Dove sono finiti i colori? Tutto questo grigio da dove arriva e dove vuole portarti?
Sta attenta…al grigio segue il nero…stai attenta!
Tu vuoi sognare ancora, certo, vuoi un sogno più piccolo da prendere con entrambe le mani e non far ingrigire, un sogno che ti ridia i colori e la speranza di poter ridisegnare tutto daccapo, più piccolo di quel che credevi, a tua misura.
Vuoi la gioia, la passione, vuoi la vita, ma ti senti così grigia e pigra...e sola.
Soprattutto ti senti sola, abbandonata. Non vuoi essere capita o giustificata o consolata, tu vuoi essere aiutata.

AnnaStella RomanA

lunedì 15 settembre 2008

Fate girare

Come conseguenza del precedente post invito chiunque si trovi a passare sul mio blog ad inviare questa lettera al servizio clienti carrefour.
l'indirizzo è
servizioclienti@carrefour.com


Spettabile Carrefour Italia,

mi chiamo *****, vivo e lavoro a ******* e non sono assolutamente nessuno.
Non sono un politico, non sono un giornalista, non sono una persona influente in qualsivoglia campo.
Sono però una consumatrice, una che fa la spesa e acquista e volevo rendervi nota la mia intenzione a non mettere più piede in nessuno dei vostri centri commerciali, non solo Carrefour ma nemmeno GS, DiperDì, Docks e Gross che, a quanto vedo dal vostro sito, fanno parte del vostro circuito.
Il motivo sta in quanto accaduto a Barbara, giovane mamma di un bimbo autistico che il giorno 13 settembre ha subìto un episodio di discriminazione e violenta umiliazione presso il vostro centro Carrefour di Assago.
Quanto successo lo spiega molto bene Barbara in questo suo post che vi invito a leggervi e a rileggervi.
Ho letteralmente il sangue alla testa, sono infuriata e addolorata e non sto nemmeno a scrivervi quanto immorale sia ogni forma di discriminazione messa in atto a carico di quanti ritenuti (spesso a torto) i più deboli, che si tratti di donne, bambini, disabili o chissà che altro.
Non serve che vi scriva in maniera approfondita quanto penso e sento perché ritengo che a voi, di quanto penso e sento, non importi proprio nulla.
A voi interessa vendere, guadagnare, aumentare il business.
Ed è lì che siete sensibili.
Ed è lì che nel mio infinitamente piccolo intendo “colpirvi”.
Nel guadagno.
Per questo motivo non intendo più lasciarvi un solo soldino.
E chiederò alle mie amiche di fare altrettanto e ai miei parenti, ai miei clienti, a tutte le persone che conosco.
E pubblicherò questa lettera sul mio blog chiedendo a chi mi legge di fare altrettanto.

Io, al posto vostro, mi vergognerei. Almeno un pochino.

domenica 14 settembre 2008

Post che fanno male

Girovagando tra i blog oggi ho trovato questa lettera, la lettera di una mamma che assieme al suo bambino oggi ha dovuto subire l'umiliazione di trovarsi di fronte gente ignorante e gretta.

Voglio riportarla qui con la speranza che possa sensibilizzare qualcuno e che possa aiutare questa mamma nel suo sfogo e nella sua denuncia.

Per leggere l'originale vai a http://blackcat.bloggy.biz

Email che fanno male.

Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago

Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.

Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:

• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.

Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.

Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.

Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.

Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.

Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.

Ho pianto. Dal dolore.

Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:

-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.

Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.

Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.

martedì 9 settembre 2008

10 Settembre 2008


Ha destato scalpore mondiale l'esperimento che si compirà domani 10 settembre al CERN di Ginevra: l'attivazione di un acceleratore di particelle - il più grande mai costruito - al fine di ricreare le condizioni degli istanti successivi al Big Bang. Pare che il rischio sia quello di generare un buco nero che nell'arco di 4 anni "risucchierebbe" la Terra. Personalmente mi chiedo se gli scienziati tutti i soldi impegnati in queste ricerche non avrebbero potuti investirli diversamente.


A tal proposito, esce il libro Black Hole (Mursia) di Angelo Paratico: "Se il mondo sta per finire non vi resta che leggere piu' rapidamente".

"Nel mio romanzo Black Hole - ha dichiarato Angelo Paratico - ho inventato un gruppo di fisici 'eretici' che cercano di contrastare il delirio di onnipotenza degli scienziati del Cern che con LHC giocano a fare Dio. Non mi stupisce che la storia sia diventata realtà e che la vicenda sia stata portata davanti ai tribunali, in Europa come negli Stati Uniti. Il tema del controllo sul lavoro dei fisici del Cern va posto, io ho cercato di sollecitare la curiosita' del pubblico con un romanzo, ben vengano adesso anche le azioni giudiziarie se non altro obbligheranno gli addetti ai lavori, italiani inclusi, che nel LHC hanno investito molto, a darci informazioni e rispondere ai dubbi" (fonte Adnkronos/Adnkronos Cultura).
L’istinto mi dice di non essere troppo preoccupata, sarà incoscienza o fatalismo?. Mi piacerebbe capire perché, invece, se ne sta parlando così tanto. Da quale guerra, genocidio, impiccio politico stanno cercando di distoglierci?

La rivolta.....

domenica 7 settembre 2008

Ode al Beautycase



Beautycase, uno dei migliori amici della donna...discreti ma capienti...mitici contenitori dei materiali più assurdi...discendenti della famosa borsa di Mary Poppins.
In realtà in questo post vorrei allargare un pò l'ampiezza del beautycase, allargare il suo significato...la sua importanza, insomma riconoscere l'essenzialità del beautycase in quanto tale!
Quando parto, anche se devo star via solo un giorno io porto il mio beauty con me, il mio beauty sa essere borsa, valigia, portaoggetti, porta gioielli e tant'altro. E viene sempre con me. Nel mio beauty con me vengono i miei sogni ed i miei desideri, le paure e le incertezze, le certezze e le sicurezze.
La mia anima, quel che sono, si infila nel beautycase e viene con me sempre. Mi ricorda chi sono, mi ricorda di ricordare dov'è la casa, dov'è il cuore, dove l'amore.
Dove mai potrei riporre gli orecchini se non nella tua comoda tasca interna? Dove la mia acqua di rose indispensabile se non tra i tuoi larghi scomparti?
Dove quel sogno che tu sai se non nel tuo discretissimo doppiofondo?
Mio caro beautycase io ti ringrazio, nel momento del bisogno tiri fuori il meglio di te, hai sempre la cosa giusta al momento giusto e sai custodire i segreti meglio di una amica del cuore.
Ode a te oh beautycase.

Giramundo - Roy Paci & Aretuska feat Pau (Negrita)

Roy Paci & Aretuska - What you see is what you get

Io adoro quest'uomo....e lo sto trascurando un pò!!!


giovedì 4 settembre 2008

愛你


sabato 30 agosto 2008

Così e cosà

martedì 19 agosto 2008

Un paio di fotografie...




martedì 12 agosto 2008

Strano io...strana questa vita....


....questa cosa qua non l'ho mai capita.....ma l'importante è che oggi sia una bella giornata....

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti


Cesare Pavese

domenica 10 agosto 2008

E infine....baci.....

Breve, o meno breve non lo so, riassunto....

Rieccomi sul blog dal quale manco, sempre più spesso, un po’ perché impiego in maniera diversa il tempo, un po’ per la pigrizia che mi accompagna come sempre.
Sono qui per raccontare, anche se in ritardo, dei due concerti a cui ho partecipato nelle ultime settimane, ovvero il concerto di Caparezza a Monte Sant’ Angelo in occasione della serata conclusiva della manifestazione “FestambienteSud”, ed il concerto di Vinicio Capossela, al Carpino Folk Festival.


Concerto di Caparezza
Il concerto di Caparezza è capitato a fagiuolo il giorno del mio compleanno….quindi io che non volevo festeggiare tal funesta data mi sono cercata un modo per distogliere l’attenzione da me e dai miei anni spostandola su tal Caparezza.
Scherzi a parte i miei vivissimo complimenti a questo artista che ha saputo regalarci una splendida serata, a parte le canzoni, tutte ricche di significato, anche lo spettacolo e i vari escamotage i trucchi, le scene….gli scherzi…hanno trasformato un concerto in uno spettacolo completo e molto coinvolgente.
Vi lascio qui un breve Biografia del Caparezza trovata appunto sul sito di FestambienteSud:

Michele Salvemini, in arte Caparezza (1973-2052), nacque e crebbe a Molfetta per un puro caso. Fervente compositore di pompose biografie, il "vate dalla chioma boccoluta", come amavano definirlo gli esercenti del borgo natìo, sviluppò col tempo una poetica personale che imbevve di paradossi legati alla profonda osservazione di bla bla bla. Caparezza visse tutto il tempo con la frustrazione di non poter diventare il musicista più noto della sua città perché Molfetta aveva dato i natali al maestro Riccardo Muti. Altresì non poté sperare di divenire il "Salvemini" più popolare poiché di Molfetta era anche lo storico Gaetano Salvemini. Fu forse per questo che divenne famoso in Francia. La vita artistica di Michele Salvemini si divide in due tronconi: "quando aveva i capelli corti" e "quando aveva i capelli lunghi". "Quando aveva i capelli corti" le sue opere erano acerbe, svuotate di senso critico e per nulla scomposte. "Quando aveva i capelli lunghi" invece, la sua poetica divenne ficcante, urticante ed altri aggettivi ancora, permettendogli di pubblicare ben 4 dischi e chissà quanti altri ancora. Egli divenne noto in patria per aver composto "Fuori dal Tunnel", la sua opera più apprezzata, feroce critica ad una comunità devota al divertimento che la adottò come inno trovandola, appunto, divertente. Cose come queste a Riccardo Muti non sono mai accadute. Nel 2008 pubblicò il libro "Saghe Mentali" che divenne un caso letterario e il disco "Le dimensioni del mio Caos" che fu primo in classifica per ben 5 mesi.

Durante il concerto una breve polemica per le critiche ricevute a causa del video della canzone “ Vieni a ballare in Puglia”, accusato di dipingere la Puglia in maniera esclusivamente negativa…dopo aver anche dedicato il premio ricevuto qualche ora prima un premio per il suo lavoro musicale, alla Puglia positiva…quella che lavora, per dare una immagine positiva di se.
Allego il video della canzone…perché merita…..



Vinicio Capossela
Che dire…musica…poesia…parole…pazzia allo stato puro…la pazzia del poeta un po’ maledetto un po’ decadente…una gioia che non manca mai del suo dolore, uguale e contrario….
Ero in prima fila, non avrei potuto altrimenti, il mio ragazzo ascolta la sua musica anche di notte!
In piazza circa 10.000 persone, stipate strette…provenienti da tutto il sud…una piazza piccolina…in un paese piccolino…ed accogliente coi suoi negozi aperti tutta la notte per sfamare orde di gente…affamata e , perché negarlo, ubriaca…nella testa e nel cuore.
Grande Vinicio!!!!
Di lui allego una canzone che non ha cantato al concerto ma....mio dio...quanto è bella.....

L'idiota e il caffè.....

sabato 2 agosto 2008

Se vuoi parlare un po’ con me ti devo addare al mio myspace


Nel dopoguerra non c’era chi urlava nei comizi più di cherokee. Non c’erano TV colme di Nembo Kid ne radio attive come nubi a Chernobyl. C’era l’uomo qualunque, sostenuto dal Fronte dell’Uomo Qualunque. Nella schiena dei partiti affondo le unghie: “Io non sono di destra nè di sinistra, sono un uomo qualunque! E lo stato è demagogo, nel sistema bipolare non mi ci ritrovo..” Ooh, ferma tutto! Devo aver avuto un herpes, dato che questo sfogo non mi è nuovo. Vivo decenni dopo nello stesso clima che su questo fuoco getta più benzina ma non c’è più l’uomo qualunque, tutti sono qualcuno, tutti sono in vetrina.

Non si può dire di no...il proliferare di reality show e compagnia bella in tv, su internet ha convinto un pò tutti che chiunque, qualunque ignorante, rozzo, anonimo, squallido, può diventare un personaggio, anzi il personaggio....doti fondamentali richieste sono una faccia per lo meno guardabile, scarsa dimistichezza con la lingua italiana, elevato livello di irritabilità e...credo possa bastare....forme nuove (ma nemmeno più tanto ormai) di comunicazione sono forum, chat e i myspace dove regnano sovrani faccine, frasi sdolcinate e di una superficialità ad alto tasso urticante....
Un blog ce l'ho anche io...lo state leggendo (forse), se vorrei essere qualcuno non lo so...credo di no....mi piace l'idea di mischiarmi tra la folla e di non essere fosforescente...mi piace essere la donna qualunque tra le gente, e qualcuno per me, per i miei cari per i miei amici per il mio amore.
La donna qualunque che indossa la tutina di SuperSarakey solo per piacere a chi le piace!
E quindi......e quindi ora ho anche un myspace!!!!wowowowo...altro spazio per dire di me....ancoraaaaa...già non so che scrivere di qua...ma un amico mi ha invitata e io non so dire di no....indi per cui la quale.....se vuoi parlare un pò con me ti devo addare al mio myspace

venghino signori...che qui c'è il vino buono! myspace di Saretta