La settimana scorsa ho preso in biblioteca un libro che mi ha colpito per il suo titolo, fantastico (nel senso di fantascientifico), speranzoso, futuristisco o rassegnato? Il titolo è “Chi ha ucciso Silvio Berlusconi?”, di Giuseppe Caruso, se non erro è del 2005, quindi non nuovissimo.
L’ho scelto per il titolo e per la frase che ho trovato di lato alla copertina, che vi copio qui:
“Apro gli occhi e penso che oggi è tutto peggio del solito. Provo a convincermi del contrario, ma non serve a niente. Il motivo è il colloquio presso la prestigiosa agenzia interinale Patecco, che mi aspetta a braccia aperte tra poco più di un'ora. Entro ufficialmente nel magico mondo della carne da macello.
L'idea di andare a svendermi a un tot all'ora, senza prospettive se non quella di guadagnare qualche euro, non mi fa impazzire, ma ho bisogno di soldi, o meglio abbiamo bisogno di soldi.”
Una delusione, a parte il titolo buttato lì come attrattiva che ha fatto il suo dovere e mi ha fatto scegliere il libro, descrive molto bene il disagio di un ragazzo, Ettore Saleri, tipico di oggi, colto e di belle speranze che si scontra con una realtà deludente e senza illusioni di cambiamento, neolaureto in storia cerca il lavoro fisso e sicuro che darebbe tranquillità e gioia ai genitori, si trova invece a diventare “carne da macello” svenduta dalle agenzie interinali , poi all’improvviso, tramite una ragazza per cui perde la testa, viene invischiato con gruppi anarco-terroristici. Da qui la storia si sfalda completamente e la fantasia galoppa su sentieri molto poco probabili.
Vorrei che Ettore mi avesse descritto meglio la sua rabbia, il suo dolore, la sua illusione e la sua disillusione, vorrei sapere come si sentiva quando rispondeva alle telefonate del call center, o quando riceveva lo stipendio e non sapeva se ne avrebbe avuti altri.
Vorrei chiedere ad Ettore:” Ma tu veramente volevi un posto in banca?”
Vorrei una risposta a queste domande per dare un senso a questa lettura e soprattutto per sapere come si sente lui, come si sentono gli altri ragazzi come lui, come me, come voi.
Io non sono passata per l’esperienza agenzia interinale, ho raccolto esperienze di amici, ma non basta a poter dire, credo.
Conosco bene il lavoro nero però, le paghe basse, le ore di lavoro moltiplicate durante l’attività e magicamente frazionate quando si viene pagati.
L’umiliazione di essere conciliante con chi meriterebbe molto meno di un sorriso, per avere pochi euro in tasca.
Tutto questo non da clandestina sbarcata in italia per cercare di trovare una speranza di vita, ma da ragazza che appartiene ad un famiglia normale, che vuole ceracre di non pesare del tutto sui genitori, che non mi hanno comunque mai fatto mancare niente.
L’errore di fondo credo che sia nell’ingordigia di chi possiede e vuole, brama, di possedere sempre di più, anche il corpo e l’anima di uomini, o donne come lui, con pari dignità e diritti.
Roba…roba…lungimirante Verga!
Il punto è che io me ne posso fregare, per ora, da ragazza fortunata quale sono posso PER ORA permettermi di dire vaffanculo ad un datore di lavoro stronzo (scusate la volgarità, ma di questi termini non conosco sinonimi appropriati). E se mi gira gli faccio anche vertenza.
Ma chi non può deve ingoiare tutto, così amaramente, umiliazione e bile?
Lo so che sto facendo retorica, inutile, sterile e magari puerile, ma alla fine un blog personale e senza alcun fine particolare come il mio può accettare uno sfogo, anche se poco circostanziato e fine a se stesso.
2 commenti:
avevo visto anch'io questo libro in libreria,ma con questi titoli provocatori,pareva più un'operazione di marketing che un libro..confermi che è meglio non averlo letto,allora
confermo!
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